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[Recensione] Lost Sphear

Gli autori di I Am Setsuna portano su PC e PlayStation 4 un nuovo JRPG : Lost Sphear, un omaggio a capolavori come Xenogears e Chrono Trigger.

La decisione di Square Enix, quella di far evolvere di pari passo l’amatissimo Final Fantasy con i giochi next-gen, ha deluso alcuni fan del genere JRPG. Per questo motivo la holding giapponese ha deciso di collaborare con Tokyo RPG Factory per raccogliere l’eredità storica delle decine di giochi di ruolo giapponesi che hanno contribuito a fare grande il genere tra la fine degli anni ’80 e l’intera decade successiva.In un mercato in continua evoluzione in cui le distinzioni tra i generi si fanno sempre più sottili e le nuove tecnologie consentono approcci inediti, sia Square Enix che i suoi fans sentivano il bisogno di rammentare il passato e quei titoli che hanno reso famoso il suo marchi. Il compito di Tokyo RPG Factory è una vera e propria sfida: come mettere d’accordo i vecchi pionieri del genere con la nuova generazione di giocatori ?

C’era una volta

Il successore di I am Setsuna è un titolo sostanzialmente chiaroscuro a seconda del punto di vista sotto il quale si decide di guardarlo; vissuto con gli occhi di un bambino, o semplicemente con uno sguardo puramente nostalgico, rappresenta un’opera capace di disegnare un intreccio coinvolgente che si snoda lungo ambientazioni favolose. Questa volta, Tokyo RPG Factory sceglie una strada differente, mettendo l’universo di gioco al centro della narrazione, contrariamente al suo primo titolo. Tradimenti, colpi di scena e grandi rivelazioni si sono susseguiti senza sosta. Kanata, il protagonista, dispone del misterioso potere di riportare indietro ciò che è andato perso, diventando appunto “Lost”; interi paesi, personaggi, città e paesaggi inizieranno infatti a svanire misteriosamente nel vortice della memoria, realizzando un dramma su diversi piani che sarà la culla della nostra avventura. Il gruppo inizierà in un viaggio dai rapidi e continui risvolti, che ci farà assaporare lentamente le verità nascoste del pianeta di Gaiterra senza lasciare nulla al caso, mantenendo un ritmo di gioco veloce e coinvolgente.

Lost Sphear e il sistema di combattimento Active Time Battle

Lost Sphear Fight

Cardine del gameplay è un sistema di combattimento rinnovato rispetto a quello visto in I am Setsuna, che pone maggiore enfasi sul posizionamento dei personaggi attivi del party, che può essere cambiato a piacimento dal giocatore in ogni turno, contestualmente all’azione intrapresa: la stessa boss fight può prendere pieghe completamente differenti nel caso in cui si riesca a trovare l’angolo cieco del mostro fronteggiato.

I personaggi si posizionano liberamente all’interno dell’area di gioco destinata allo scontro – sostanzialmente una zona del dungeon racchiusa all’interno di una circonferenza invisibile – e dovranno aspettare il riempimento della cara vecchia batta ATB (Active Time Battle) per poter selezionare una qualsiasi azione, sia essa offensiva o curativa. A differenza di Chrono Trigger e dello stesso I Am Setsuna, Lost Sphear offre un minimo di tatticismo in più: i membri del gruppo sono liberi di muoversi all’interno dell’arena di lotta, in modo da poter scegliere la posizione da cui sferrare attacchi e lanciare magie. Il party di questo JRPG isometrico tradizionale, per quanto lontano dal numero di personaggi di un Final Fantasy VI o Suikoden II, è ben variegato nel tipo di guerrieri, ognuno con le sue caratteristiche peculiari. Gli attacchi, siano essi fisici o magici, interessano poi una determinata porzione di schermo, come indicato dall’efficace motore grafico del gioco. Scegliendo un personaggio, del resto, potremo vedere sia un’ombra con il suo stesso profilo muoversi all’interno della zona di guerra, sia il luogo dove l’attacco dell’unità selezionata andrebbe a colpire. Dopo pochi incontri, sarà facile capire come assaltare in mischia con i brawler, come tenersi sulla lunga distanza con gli arcieri e i fucilieri, oppure capire quand’è il momento di usare le magie.

Lost Sphear Gameplay

Novità cardine dell’esperienza è l’inserimento dei Vulcosuit, una serie di Mecha ereditati da un’antica civiltà capaci di fornire supporto sia in fase di esplorazione che in battaglia. Oltre ad aumentare drasticamente le statistiche dei personaggi, possono contare su un sistema di Paradigm Drive volto a infliggere danni tremendi; inoltre, il sistema di boost è utile per evitare i nemici visibili sulla mappa, mentre le interazioni con l’ambiente permettono di distruggere ostacoli e raggiungere luoghi normalmente inaccessibili. Le Vulcosuit dipendono da una riserva di energia che le rende di fatto membri del nostro party, e se avremo bisogno di ricaricarle, basterà riposarsi in una locanda.

Infine, la possibilità di eseguire un salvataggio veloce in ogni momento, unita ad una distribuzione generosa dei punti di salvataggio, rende il titolo adatto anche alla fruizione portatile, strizzando l’occhio a Switch (versione che siamo ansiosi di provare).

Let’s sound

Se il battle system ricorda per sommi capi quello di Chrono Trigger, l’aspetto audiovisivo di Lost Sphear cita in maniera nemmeno tanto velata una perla del passato ingiustamente sottovalutata, vale a dire Final Fantasy IX. La scelta di personaggi super-deformed, gli ambienti di gioco più vicini allo steampunk che al fantasy e le musiche ricche di strumenti a fiato riportano alla memoria l’ultima fantasia finale apparsa su PlayStation One. Allo stesso modo, le musiche ricordano – alla lontana – quelle del maestro Nobuo Uematsu, il leggendario compositore legato con un doppio nodo alla storia dei jrpg. Paragoni di un certo peso: ma ci piace immaginare il sorriso dolcemente malinconico di questi due mostri sacri che, pad alla mano, si lasciano trasportare dal fiume dei ricordi mentre giocano Lost Sphear.

In Conclusione

Lost Sphear, il secondo titolo del piccolo studio Tokyo RPG Factory, si rivela una piacevole sorpresa per gli amanti del genere JRPG, offrendo un’esperienza che unisce in modo magistrale elementi nostalgici e innovativi. Dopo quasi due anni dal lancio del loro titolo d’esordio, I Am Setsuna, il team dimostra di aver maturato e affinato le proprie abilità, presentando un gioco che cattura l’attenzione di chi è cresciuto con le console del passato, come il Super Nintendo e la prima PlayStation.

Il titolo rappresenta un’ode affettuosa ai classici JRPG, un viaggio emozionale che accarezza le corde della nostalgia come una madre che coccola il suo bambino. Il gioco riesce a riportare in auge quelle sensazioni e atmosfere che hanno affascinato i giocatori di un’epoca passata, regalando una piacevole ondata di ricordi e citazioni che faranno sorridere i fan di lunga data.

Sebbene attinga fortemente all’elemento nostalgico, il gioco di Tokyo RPG Factory riesce anche a introdurre nuovi elementi e idee innovative, mescolando il vecchio con il nuovo in modo equilibrato. Questo approccio permette al gioco di essere un’esperienza fresca e coinvolgente, capace di catturare sia i vecchi appassionati dei JRPG che i nuovi giocatori.

Grazie alla maestria di Tokyo RPG Factory, Lost Sphear si presenta come un’opera fuori dal tempo, capace di trascinare il giocatore in un viaggio emozionante e appagante. Le atmosfere, le musiche e i dettagli curati con amore, rendono il gioco una vera e propria lettera d’amore agli appassionati dei JRPG.

In conclusione, Lost Sphear è un titolo che riesce a coniugare la nostalgia per il passato con una ventata di freschezza e innovazione. Tokyo RPG Factory dimostra di avere una visione ben chiara dei desideri dei giocatori e con questo gioco, riesce a regalare un’esperienza straordinaria, capace di far battere il cuore di chiunque sia cresciuto con i classici del passato. Se sei un appassionato dei JRPG o ti senti nostalgico dei giochi di un tempo, Lost Sphear è il titolo che non puoi assolutamente perdere.

Punti positivi

  • Storia convincente
  • Fattore nostalgia

Punti negativi

  • Grafica a volte slavata
  • Gli sbalzi nella difficoltà sono molto frustranti

Verdetto

Nostalgico o old school, Lost Sphear si rivela migliore di I am Setsuna, inserendo nuovi elementi per unire il vecchio con il nuovo. Dopo quasi due anni di distanza da I Am Setsuna, titolo d’esordio del piccolo studio, Tokyo RPG Factory svolge il suo compito con classe e riesce a colpire proprio al cuore di chi è cresciuto con il Super Nintendo e la prima PlayStation. Il gioco accarezza le orecchie del giocatore come una mamma farebbe con il suo bambino regalando ai fan di una certa tipologia di JRPG un prodotto per molti versi fuori dal tempo, che li immergerà in un mare di ricordi, citazioni e nostalgia
7.8
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L'autore

Appassionata di giochi di ruolo giapponesi, genere che ha scoperto grazie alla saga Final Fantasy e approfondito con i capolavori usciti negli ultimi anni, s’interessa al retrogaming, rigiocando vecchie glorie come Monkey Island, Prince of Persia o vecchi capolavori marchiati Nintendo. Antonella comincia il suo percorso giornalistico in Italia, lavorando con Gamerepublic, PS Mania e Pokémon Mania. Si trasferisce in Francia per studiare la programmazione web : grazie a questo percorso anomalo ecco che nasce Subway Press.

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