Il concetto di “videogioco come arte narrativa” rappresenta uno dei cambiamenti più significativi nel panorama dell’intrattenimento contemporaneo. Mentre il cinema ha dominato il XX secolo come il medium narrativo supremo, i videogiochi del XXI secolo stanno sfidando e spesso superando l’industria cinematografica in termini di complessità narrativa, profondità emotiva e capacità di creare esperienze memorabili. Non si tratta semplicemente di una competizione tra media diversi, ma di un riconoscimento crescente che i videogiochi offrono strumenti narrativi unici e potenti che il cinema, per sua natura, non può replicare. Ancora più importante, gli sviluppatori di videogiochi di oggi stanno investendo risorse, tempo e talento creativo nel storytelling con una dedizione che spesso supera quella dell’industria cinematografica contemporanea.
La rivoluzione narrativa nei videogiochi
Per comprendere come i videogiochi siano diventati strumenti narrativi superiori, è necessario prima riconoscere che questa non è stata un’evoluzione graduale e prevedibile, ma piuttosto una rivoluzione. Nei primi decenni dei videogiochi, la narrativa era praticamente assente. Giochi come Pong e Space Invaders non avevano trama, personaggi o dialogo. Erano esperienze ludiche pure, senza alcun elemento narrativo sofisticato. Tuttavia, a partire dagli anni Ottanta e Novanta, gli sviluppatori hanno iniziato a comprendere che i videogiochi potevano raccontare storie in modo radicalmente diverso dai film o dai libri.
I titoli come The Legend of Zelda e successivamente Metal Gear Solid hanno dimostrato che era possibile integrare narrativa complessa, personaggi memorabili e trame ramificate all’interno di un’esperienza ludica. Questi giochi non erano libri illustrati o film interattivi, ma qualcosa di completamente nuovo: forme narrative che si appoggiavano all’interattività come elemento narrativo centrale, non come distrazione dalla storia.
Oggi, il settore dei videogiochi investe miliardi di dollari nella qualità narrativa. I principali sviluppatori impiegano sceneggiatori talentuosi, direttori visivi di classe mondiale e compositori di fama internazionale per creare universi narrativi che rivalizzano con i capolavori del cinema. Il budget di sviluppo di titoli come Red Dead Redemption 2 e The Last of Us Part II è paragonabile a quello dei maggiori blockbuster cinematografici, con la differenza cruciale che questi budget vengono investiti nella creazione di un’esperienza narrativa immersiva e interattiva, non di una sequenza lineare di novanta minuti.
Le tecniche narrative uniche dei videogiochi
Ciò che distingue fondamentalmente i videogiochi dal cinema è la loro capacità di utilizzare l’interattività come strumento narrativo primario. Nel cinema, la storia è fissa. Lo spettatore segue il percorso narrativo che il regista ha predeterminato, osservando gli eventi così come il filmmaker ha scelto di presentarli. Nel teatro, gli attori possono improvvisare, ma la struttura della trama rimane sostanzialmente la stessa in ogni rappresentazione. Nel videogioco, la storia è vivente, mutevole, plasmata dalle decisioni e dalle azioni del giocatore.
Questa caratteristica trasforma radicalmente il modo in cui la narrativa opera. Quando un giocatore compie una scelta significativa in un videogioco, quella scelta ha conseguenze che si propagano attraverso la trama. Life is Strange, il capolavoro narrativo di Dontnod Entertainment, sfrutta esattamente questo principio. Il gioco permette ai giocatori di rivivere i momenti cruciali, alterando dettagli apparentemente minori che hanno conseguenze profonde sulla trama complessiva. Ogni decisione, dalle più importanti alle più sottili, modella il risultato finale. Non ci sono due percorsi narrativi identici attraverso Life is Strange, perché ogni giocatore vive una storia unica basata sulle proprie scelte morali e emotive.
Un’altra tecnica narrativa sofisticata nei videogiochi è la narrazione ambientale. A differenza del cinema, dove la narrazione avviene generalmente attraverso dialogo e montaggio visivo, i videogiochi possono raccontare storie attraverso l’ambiente stesso. Gli oggetti sparsi in una stanza, l’architettura di una struttura, le texture e i colori degli spazi, persino la musica e i suoni dell’ambiente contribuiscono a costruire una narrativa sottesa. Journey, il capolavoro minimalista di thatgamecompany, racconta una storia profonda e emotiva senza utilizzare una singola parola di dialogo. La narrazione avviene completamente attraverso il design ambientale, la musica evocativa, la dinamica di gioco e il viaggio visivo che intraprendi.
Questa forma di narrazione è praticamente impossibile da replicare nel cinema con la stessa efficacia. Nel cinema, se il regista vuole comunicare qualcosa, generalmente deve dirlo esplicitamente attraverso dialogo o azione visibile. Nel videogioco, il giocatore scopre la storia interagendo con l’ambiente, creando un senso di scoperta e investigazione che genera partecipazione emotiva molto più profonda.
Detroit: Become Human porta questa tecnica a un livello ancora più sofisticato. Il gioco presenta tre narratori diversi, tre storie che si intrecciano, ognuna con le proprie dinamiche di gioco e meccaniche narrative uniche. Le scelte fatte in una linea narrativa influenzano le altre, creando un effetto domino di conseguenze che attraversa tutte e tre le storie simultaneamente. La complessità strutturale di questo gioco supera quella della maggior parte dei film contemporanei. Un regista cinematografico avrebbe estrema difficoltà nel raccontare una storia così complessa, ramificata e multiprospettica su schermo senza creare confusione o perdite di chiarezza narrativa.
Gli esempi supremi: quando il videogioco diventa arte narrativa
The Last of Us rappresenta uno dei momenti cruciali nella storia del videogioco come medium narrativo. Sviluppato da Naughty Dog, il gioco racconta la storia di Joel e Ellie, due protagonisti legati da un legame profondamente umano in un mondo post-apocalittico dove l’umanità è stata decimata da una pandemia. Ciò che rende The Last of Us straordinario non è semplicemente la qualità della trama o la profondità dei personaggi, sebbene entrambe siano eccezionali, ma la fusione tra meccaniche di gioco e narrazione.
Durante il gameplay, il giocatore compie atti di violenza considerevoli contro nemici umani. Tuttavia, il gioco non celebra questa violenza. Al contrario, la giustappone a momenti di tenerezza e umanità tra Joel ed Ellie, creando una tensione morale costante. Questa tensione non potrebbe esistere nello stesso modo in un film, perché il giocatore non sarebbe direttamente responsabile della violenza. Nel videogioco, il giocatore è l’agente della violenza, il che trasforma l’esperienza in una riflessione morale sulla natura della sopravvivenza, della protezione e del prezzo dell’umanità in circostanze estreme.
Red Dead Redemption 2 rappresenta un’altra vetta narrativa nel medium videoludico. Rockstar Games ha creato un mondo così dettagliato e narrativamente ricco che il gioco stesso funziona come una forma di letteratura interattiva. La storia di Arthur Morgan, un criminale che confronta la propria moralità in una cornice narrativa che lo costringe a riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni, rappresenta un approfondimento psicologico che supera molti film contemporanei. Inoltre, il gioco permette ai giocatori di sperimentare la storia da prospettive multiple, scoprendo dettagli e connessioni narrative attraverso l’esplorazione e l’interazione con il mondo di gioco.
Life is Strange approfondisce ulteriormente la capacità narrativa dei videogiochi attraverso la tecnologia del viaggio temporale. Il gioco non semplicemente permette scelte narrative; le conseguenze di queste scelte si manifestano nel corso di ore di gioco, in modi spesso inaspettati. Una conversazione apparentemente inoffensiva nel primo episodio può avere conseguenze drammatiche nel quarto. Questa struttura narrativa, dove le cause e gli effetti sono separati temporalmente, crea una profondità narrativa che il cinema lineare fatica a raggiungere.
La ludomusicologia: la narrazione attraverso il suono
Un aspetto cruciale dello storytelling videoludico che il cinema spesso sottovaluta è il ruolo della musica e del design sonoro nella narrativa. La ludomusicologia, lo studio di come la musica funziona nei videogiochi, rivela che i videogiochi hanno sviluppato strumenti narrativi sonori estremamente sofisticati.
A differenza del cinema, dove la musica è generalmente statica (lo stesso pezzo suona indipendentemente da ciò che accade sullo schermo), i videogiochi sfruttano la musica adattiva. La traccia musicale cambia in risposta alle azioni del giocatore, all’ambiente circostante e all’atmosfera narrativa del momento. Questo crea una forma di comunicazione narrativa non verbale che è unica nel videogioco. La musica diventa una narratrice a tutti gli effetti, che guida le emozioni del giocatore e comunica informazioni sulla storia senza richiedere alcun dialogo o esposizione.
Journey utilizza questo principio magistralmente. La colonna sonora di Austin Wintory cambia fluidamente mentre il giocatore progredisce attraverso il deserto, con motivi musicali che evolvono e si trasformano in sincronia con la progressione narrativa. Questa integrazione della musica con la narrazione crea un’esperienza emotiva unificata che è difficile da descrivere e ancor più difficile da replicare nel cinema tradizionale.
Il fattore budget e dedizione creativa
Un elemento sottovalutato nella discussione sul perché i videogiochi stanno sorpassando il cinema dal punto di vista narrativo riguarda l’allocazione delle risorse creative. Nel cinema contemporaneo, specialmente negli ultimi due decenni, c’è stata una tendenza verso il cinema formulaico, blockbuster che privileg iano gli effetti speciali e l’azione rispetto alla profondità narrativa. Molti blockbuster cinematografici moderni dedicano il 70-80% del loro budget agli effetti visivi, lasciando una frazione per la storia, i dialoghi e lo sviluppo dei personaggi.
Nel frattempo, i principali studi di sviluppo videoludico stanno investendo risorse significative proprio in quei elementi che il cinema contemporaneo sta trascurando: sceneggiature sofisticate, sviluppo caratteriale profondo e strutture narrative complesse. Titoli come Detroit: Become Human hanno team di sceneggiatori completamente dedicati alla costruzione di trame ramificate. Red Dead Redemption 2 ha impiegato anni di sviluppo focalizzati non solo sulla tecnologia e la grafica, ma sulla qualità della narrazione e sulla coerenza narrativa del mondo di gioco.
Questo non è un giudizio sul valore relativo del cinema e dei videogiochi come forme d’arte. Piuttosto, è un’osservazione sulla distribuzione contemporanea delle risorse creative. In questo momento storico, il medium videoludico sta attraendo una concentrazione più elevata di talento narrativo e budget dedicate all’eccellenza narrativa rispetto al cinema di genere mainstream.
Oltre l’interattività: l’agentività narrativa
Una dimensione spesso trascurata del potere narrativo dei videogiochi è il concetto di agentività narrativa. Questo va oltre la semplice scelta. L’agentività narrativa significa che il giocatore non è solo colui che sceglie tra opzioni predeterminate, ma è effettivamente un agente che plasma la narrativa attraverso le proprie azioni, strategie e interpretazione del personaggio.
In Life is Strange, un giocatore può giocare Max come qualcuno che usa il suo potere temporale in modo conservatore, evitando di alterare drasticamente gli eventi. Un altro giocatore potrebbe usare il medesimo potere in modo aggressivo, cercando di correggere ogni ingiustizia percepita. Entrambi giocheranno lo stesso gioco, ma vivranno storie fondamentalmente diverse perché la loro agentività narrativa ha plasmato il corso degli eventi.
Nel cinema, lo spettatore ha zero agentività narrativa. L’unica cosa che possono scegliere è se guardare o distogliere lo sguardo dallo schermo. Nel videogioco, il giocatore è un co-creatore della narrativa, anche se all’interno di parametri definiti dagli sviluppatori.
La fusione tra arte e tecnologia
I videogiochi moderni rappresentano un punto di convergenza unico tra arte narrativa e tecnologia avanzata. Mentre il cinema è stato per decenni la frontiera della tecnologia e dell’arte visiva, i videogiochi stanno ora spingendo i confini di ciò che è possibile in termini di narrazione interattiva, design di mondi virtuali coerenti e creazione di esperienze emotive immersive.
Sviluppatori come Quantic Dream, Naughty Dog e altri studi di alto livello stanno utilizzando la tecnologia non come fine a sé stessa, ma come mezzo per estendere le possibilità narrative. La motion capture di qualità cinematica, i motori grafici all’avanguardia e i sistemi di intelligenza artificiale sofisticati non vengono utilizzati semplicemente per fare giochi “più belli”, ma per creare mondi narrativi così coerenti e dettagliati che il giocatore può immergersi completamente nella storia.
Conclusioni: una nuova era di narrazione
I videogiochi hanno sorpassato il cinema non perché siano intrinsecamente superiori come forma d’arte, ma perché offrono strumenti narrativi unici che il cinema non possiede: interattività, agentività, narrazione ambientale complessa e adattabilità della trama alle azioni del giocatore. Inoltre, il medium sta ricevendo un investimento di risorse creative che rivalizza e spesso supera quello del cinema contemporaneo.
Questo non significa che il cinema sia morto o che i videogiochi siano il futuro esclusivo della narrazione. Significa piuttosto che il panorama narrativo contemporaneo è diventato pluralistico. Esistono storie che funzionano meglio come film, altre che funzionano meglio come videogiochi, e altre ancora che potrebbero funzionare eccezionalmente in entrambi i media. Ciò che è diventato indiscutibile è che il videogioco, una volta considerato un hobby per bambini e adolescenti, è diventato uno dei medium narrativi più sofisticati e affascinanti della contemporaneità. Titoli come The Last of Us, Red Dead Redemption 2, Journey, Life is Strange e Detroit: Become Human hanno dimostrato che il videogioco non è solo un intrattenimento, ma una forma d’arte legittima e straordinaria capace di toccare il cuore umano in modi che pochi altri media possono eguagliare.