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La vera storia della Befana: una leggenda di bontà e redenzione

La Befana, figura simbolica e amata delle festività italiane, è molto più di una semplice vecchietta che vola su una scopa per distribuire dolci e carbone ai bambini la notte del 6 gennaio. La sua storia, profondamente radicata nella tradizione, racconta un viaggio di trasformazione, perdono e generosità. Un racconto che mescola spiritualità e magia, capace di affascinare grandi e piccini.

La giovane Befana: bella ma egoista

Tanto tempo fa, in un piccolo villaggio non lontano da Betlemme, viveva una donna di nome Befana. Era conosciuta per la sua bellezza, che attirava numerosi pretendenti. Tuttavia, il suo carattere ostico e il suo egoismo offuscavano il suo fascino. Befana era insensibile alle necessità altrui e preferiva concentrarsi unicamente sui propri bisogni. Per questo motivo, i suoi concittadini iniziarono a chiamarla con un soprannome poco lusinghiero: “la strega”.

Trascorreva le sue giornate da sola, rinchiusa nella sua casa, dedicandosi a pulire maniacalmente con il suo fidato scopa di paglia o a lavorare a maglia. Tuttavia, i calzini che confezionava erano solo per sé stessa, un passatempo per alleviare la noia o calmare i suoi nervi. Troppo orgogliosa per cercare affetto e troppo avara per offrirlo, la Befana viveva isolata, intrappolata nel suo mondo solitario.

Una visita inaspettata

Gli anni passarono, e Befana raggiunse la vecchiaia, ormai settantenne e ancora evitata dai suoi vicini. Ma una notte, qualcosa di straordinario accadde. Era il 5 gennaio, la vigilia dell’Epifania, quando una carovana giunse nel villaggio. Provenienti dall’Oriente, quei viaggiatori erano i tre Re Magi, in cammino verso Betlemme alla ricerca di un bambino speciale.

Uno dei Magi bussò alla porta della Befana, sorprendendola. Inizialmente titubante, lei aprì. L’uomo, con modi gentili, le spiegò il motivo del loro viaggio: stavano cercando un bambino straordinario, il Salvatore promesso al mondo. Invitò Befana a unirsi a loro nel viaggio, ma lei rifiutò, accampando mille scuse.

Nonostante il rifiuto, quella visita lasciò un segno. Befana, commossa dalla gentilezza del re, decise di fare un piccolo gesto: lasciò nella stanza del viaggiatore uno dei suoi calzini, accompagnato da un biglietto con scritto: “Per Gesù”.

Una lenta trasformazione

Gli anni continuarono a scorrere, e Befana, ormai ultracentenaria, cominciò a cambiare. Quella visita inaspettata aveva risvegliato in lei un lato nuovo, più dolce e generoso. Poco alla volta, abbandonò il suo carattere aspro, e i vicini iniziarono a notare la trasformazione. Alcuni si avvicinavano a lei per aiutarla con le faccende domestiche, e in cambio Befana donava loro i suoi calzini fatti a mano, confezionati con amore e cura.

Nel frattempo, le voci su un uomo di nome Gesù di Nazareth, capace di compiere miracoli, si diffusero in tutto il paese. Befana comprese che quell’uomo era il bambino di cui i Magi le avevano parlato tanto tempo prima. Il rimorso per aver fatto così poco per lui la perseguitava. Pensava spesso alla sua offerta: un calzino vuoto, un gesto troppo insignificante. Tuttavia, quel rimorso la spinse a diventare ancora più gentile e altruista.

Una missione divina

A 103 anni, Befana apprese la notizia della morte e resurrezione di Gesù. Quella rivelazione rafforzò il suo desiderio di riscattare i suoi errori passati. Una notte, mentre pregava con fervore, Gesù risorto le apparve in sogno. Con un sorriso compassionevole, le disse:

— “Coraggio, Befana. Ti perdono. Ora ti affido una nuova missione. Vivrai ancora per molti anni e porterai doni a tutti i bambini del mondo, al mio posto. I bambini buoni riceveranno dolci e regali, mentre quelli monelli troveranno del carbone, per aiutarli a migliorarsi.”

Quella notte segnò una svolta nella vita di Befana. Accettò la sua missione con gratitudine e gioia. Ogni anno, durante la notte tra il 5 e il 6 gennaio, la vecchia Befana vola su una scopa magica, distribuendo dolcezze e piccoli doni ai bambini di tutto il mondo. Per i più birichini, invece, lascia un pezzo di carbone, che però è spesso dolce e commestibile, segno del suo affetto per tutti.

La gioia di dare

Grazie alla sua missione divina, Befana trasformò completamente la sua esistenza. Da donna egoista e solitaria, divenne simbolo di bontà e generosità. I suoi calzini, una volta simbolo di avarizia, divennero strumenti di amore e condivisione. Anche il carbone, un tempo segno di punizione, si è trasformato in un messaggio di speranza e redenzione.

Oggi, Befana è ricordata con affetto e celebra la gioia di dare, un valore che ha imparato attraverso il perdono e la trasformazione.

L’eredità della Befana

La leggenda della Befana continua a essere celebrata ogni anno in Italia e non solo. Durante l’Epifania, la vecchietta con la scopa ricorda a tutti che non è mai troppo tardi per cambiare, per donare e per amare. La sua storia ci insegna che, nonostante gli errori del passato, possiamo trovare il riscatto attraverso gesti di gentilezza e altruismo.

E tu? Sei stato buono quest’anno? Forse, la Befana ha già preparato un calzino anche per te.

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