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Vivaldi: il Prete Rosso amava il rock

Conosciuto come uno fra i più virtuosi violinisti del suo tempo ed esponente di spicco del tardo barocco veneziano, Antonio Lucio Vivaldi rappresenta molto di più che il creatore dello sviluppo del concerto: ancora attuale per i temi esposti nella sua musica, aveva indubbiamente ciò che si può definire il senso del ritmo.

All’epoca non esistevano né le chitarre elettriche o acustiche né le batterie o il basso, ma, grazie al cembalo, violoncello e violini, il Prete Rosso, così soprannominato per il colore dei suoi capelli, riusciva a ricreare un ritmo davvero incalzante ed aggressivo, proprio come nel rock. Spesso riusciva nell’impresa anche grazie a “marchingegni” musicali, come, ad esempio, la sincope, un particolare effetto ritmico prodotto dallo spostamento dell’accento della battuta, cioè, dal tempo forte o da una parte forte del tempo a un tempo debole o a una parte debole del tempo (un esempio ne è la musica ska e il reggae di Bob Marley).

vivaldi

Un esperimento musicale vivaldiano interessante è stato compiuto da Dave Lombardo e Lorrenzo Arruga, i quali, nel 1999, hanno creato un album, Vivaldi: The Meeting, definito poi come un genere “classic rock”. Mentre il concetto di rock in un’orchestra sinfonica non è del tutto nuova (Vivaldi’s Four Seasons del chitarrista Tomas Varnagiris), Vivaldi: Il Meeting è, a suo modo, un mondo del tutto unico. In questo album, l’ex batterista dei Slayer, Dave Lombardo, collabora con alcuni dei principali musicisti classici contemporanei italiani, tra cui l’oboista Luca Avanzi, il flautista Mauro Scappini, e Ottavio Dantone al clavicembalo (che presta “autenticità” ai pezzi originali). Più di un’opera classica, più del rock che dello stesso jazz, questo esperimento risulta grandioso e sorprendentemente allo stesso tempo. I veri colori del Lombardo vengono alla ribalta nella “La Pena Amara” (anche se solo per un minuto o due) accanto al clavicembalo barocco e la voce lirica che impreziosiscono la melodia. Questo strano accostamento afferma la validità dell’esperimento tanto che gran parte dei musicisti continuano verso questo percorso di “contaminazione”. Poco tempo dopo infatti appare un’altra novità, un nuovo musical in stile gotico dedicato a W. A. Mozart del 2009 prodotto da Dove Attia e Albert Cohen, Mozart l’Opera Rock, che alterna pezzi pop-rock ai classici mozartiani.  Questo dimostra quanto Vivaldi abbia influenzato l’amatissimo compositore del Don Giovanni sia anni or sono che nel XXI secolo.

Forse uno dei personaggi di spicco, recentemente paragonato allo stesso Prete Rosso, è David Garrett. Quest’ultimo si è fatto conoscere dalla critica per il suo repertorio di musica rock adattato all’orchestra e, in particolare, al violino, che tende nelle sue cover a sostituire le chitarre di artisti quali Brian May, Angus Young, Slash, Kirk Hammett, Jimmy Page o Kurt Cobain, ma anche le voci, come quelle di Axl Rose o Michael Jackson e, con l’album Rock Symphonies del 2010, si fa conoscere alla platea internazionale; nel disco Garrett unisce il genere classico con il rock, fondendo brani di autori quali Vivaldi e Beethoven con altri come U2, Nirvana, Metallica ed Aerosmith, ottenendo un successo fenomenale.

Così, a distanza di più di duecento anni, il ritmo vivaldiano è sempre più che attuale e continua ad apparire costantemente nella musica che ascoltiamo quotidianamente, mostrando la brillantezza della struttura formale e ritmica, la continua ricerca di variazioni armoniche e una grande  originalità melodica.

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